Wireless: il modello Pordenone. Francesco Foti intervista Angelo Abbruzzese.

Una delle mille cose in cui l’Italia è ancora carente è l’accesso a internet. Trieste può tornare anche in questo ad essere una città all’avanguardia. Perché non istituire una rete internet senza fili gratuita a Trieste, che sia accessibile a tutti i triestini e su tutto il territorio comunale? Oltre alle possibilità che questo potrebbe offrire dal punto di vista dell’innovazione nei settori più diversi (dal commercio a quello dell’accesso da parte dei cittadini alle istituzioni), offrire una connessione libera e gratuita a internet (che in paesi del nord Europa come la Finlandia è ormai considerata un diritto inalienabile del cittadino) alle persone che vivono e lavorano sul territorio di Trieste sarebbe un’operazione dal valore indiscutibile.

Il Comune di Pordenone, per esempio, ha fatto partire un progetto di questo tipo, chiamato Wireless Naonis . Abbiamo pensato, quindi, di fare quattro chiacchiere con Angelo Abbruzzese, responsabile della NCS, la società che ha sviluppato il progetto Wireless Naonis.

Chi sei? Perché dovremmo ascoltarti se ci vieni a parlare di reti wireless?
Sono il responsabile di NCSgroup, un’ azienda attiva nel settore delle telecomunicazioni in qualità di operatore TLC nel territorio del Friuli Venezia Giulia sin dal 1989 e che dal 2006 si propone come nuovo operatore con rete proprietaria parte in fibra e parte in ponte radio sul territorio Pordenonese fornendo ad oggi servizi di connettività a più di 1200 utenti. La NCS in più è proprietaria di una Web Farm  da 800 mq sempre collegata direttamente in fibra al mix di Milano.

Parlaci brevemente del progetto “Wireless Naonis”.
Il progetto nasce dalla volontà di superare il cosiddetto “digital divide” (http://it.wikipedia.org/wiki/Digital_divide), cioè quel divario esistente tra chi ha accesso alle tecnologie dell’informazione e chi, per vari motivi, ne è escluso.

Il Servizio “Wireless Naonis” consente di accedere gratuitamente alla rete Internet, mediante tecnologia Wi-Fi, nelle aree cittadine appositamente abilitate. Può essere utilizzato da utenti residenti o meno nella città di Pordenone, autenticati e in possesso di proprie apparecchiature portatili (PC, telefonini, smartphone, palmari, ecc.).

Quali sono gli esiti di questo progetto? Com’è stato accolto dai pordenonesi, giovani e meno giovani?
Il progetto è stato accolto con grande entusiasmo da parte di tutti gli utenti,  dagli studenti che hanno a disposizione dei punti di accesso ad Internet come la Biblioteca civica e la Casa dello Studente che permette loro di approfondire le ricerche e gli studi, ai residenti che possono liberamente consultare il mondo Internet nei diversi punti dislocati nel centro di Pordenone fino ad interessare i non residenti che lavorando in centro o nelle zone limitrofe anche nelle pause di lavoro hanno la possibilità di connettersi alla rete.

Qual è, a tuo avviso, il valore (anche sociale) di un progetto del genere?
Oltre al superamento del “digital divide”, quindi oltre al dare la possibilità di connettersi liberamente ad internet anche a chi per vari motivi non ha accesso a una rete residenziale, un progetto del genere offre opportunità molto alte nella maggior parte dei settori, favorendo ad esempio la diffusione di servizi informativi a tutti i cittadini e un nuovo utilizzo degli spazi comuni.

Quali sono i costi di attivazione e di mantenimento di una rete wi-fi di questo tipo? E’ un progetto sostenibile anche in tempi di crisi?
Definire i costi di attivazione e mantenimento di una rete WiFi in una città come Trieste non è sicuramente facile i fattori sono molteplici, bisogna considerare se è già stata posata o meno della fibra,  se esistono operatori nelle telecomunicazioni locali e non per ultimo considerare l’area di copertura. A mio avviso, resta comunque un progetto sostenibile e assolutamente realizzabile, se c’è la volontà degli organi politici.

A cura di Francesco Foti

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