Sindaco di Trieste… più rifiuti riciclati, ora e subito! E il fotovoltaico sui tetti del Comune, presto…

Il Sindaco di Trieste deve impegnare il Comune, l’Acegas e i cittadini a fare più raccolta differenziata dei rifiuti. Quello delle scovazze e della pulizia della città, ovvero uno dei temi più dibattuti in assoluto nella costruzione del programma partecipato ‘Tra La Gente’, è seguito da altre proposte sullo specifico di energia, consumi e inquinamento: si parla di costi delle bollette, privatizzazione di Acegas, impiego delle energie alternative, costruzione del rigassificatore e chiusura della Ferriera di Servola.

Di seguito in questo articolo trattiamo delle risposte alla domanda su come i triestini vorrebbero migliorare “Acegas e tutto quello che riguarda energia, ambiente e rifiuti”. La domanda fa parte del questionario per la costruzione del programma partecipato per il Sindaco di Trieste 2011 promossa dal Partito Democratico. Il questionario di Tra La Gente lo trovate qua, mentre potete trovare tramite un click le sintesi delle risposte su trasporti e viabilità, servizi per l’infanzia e servizi sociali.

Ricordiamo come il Comune di Trieste col suo 20% circa di rifiuti riciclati sia uno dei meno efficienti del nord Italia in merito alla quantità di raccolta differenziata e come la Lega Nord in Consiglio Comunale abbia recentemente fatto slittare al gennaio 2012 le multe per chi non riciclerà secondo le nuove disposizioni pianificate dal Comune. Su questi dati di cronaca, lo spirito asburgico locale si solleva (“solo 1% meglio di Napoli!”) e sono una miriade gli accorgimenti proposti dai triestini. Ci dovrebbero essere degli incentivi economici, dovrebbero essere aumentati il ‘porta a porta’ e la raccolta dell’umido, ci dovrebbero essere più cassonetti per differenziata e più vicini a casa… E la città, cari Sindaco Dipiazza e Assessore Rovis, è sempre più sporca perché l’Acegas non viene controllata a sufficienza nel suo lavoro!

Come per altri ambiti, tanti cittadini ritengono che una priorità sia l’informazione e la sensibilizzazione: il Comune deve migliorare la sua comunicazione coi cittadini su come funzionano i servizi erogati. Il filo diretto tra cittadinanza e Giunta sulla gestione delle scovazze non deve fare eccezione. Tanto che, malgrado l’Assessore Rovis smentisca, molti rispondenti del nostro questionario sono convinti che quello che gettiamo nei cassonetti dei rifiuti riciclati vada a bruciare nell’inceneritore.

La seconda grande richiesta dei cittadini in questo campo riguarda il sostegno alle energie alternative. Un suggerimento non isolato è che il Comune si abbeveri sempre di più a queste, prevedendo l’installazione di pannelli fotovoltaici su tutti gli edifici pubblici, accanto ai fari dell’illuminazione pubblica e ai semafori, per approvigionarli. Molti triestini spingono per una serie di stimoli economici a chi usa queste energie e per case progettate o ristrutturate verso il risparmio energetico.

Svariati cittadini non sono persuasi della privatizzazione di Acegas. Tra questi, qualcuno vorrebbe una privatizzazione più spinta e senza vincoli politici, ma la maggioranza dei critici vorrebbe un ritorno completo dei servizi in gestione comunale. Questo perché i servizi di Acegas non sono controllati secondo criteri chiari dal Comune e, del resto, il monopolio de facto dell’azienda non stimolerebbe alcun circolo virtuoso sulla qualità dei servizi erogati. Qualche cittadino fa notare, inoltre, come i costi dell’energia siano troppo alti e dovrebbero esistere degli sgravi per i meno abbienti.

Per chiudere, un numero di rispondenti al questionario non piccolissimo (in un rapporto di 1 a 5 però rispetto a quelli che parlano di rifiuti) critica pesantemente la mancata chiusura della Ferriera di Servola. Nonché chiede che il Rigassificatore non si faccia o sia, almeno, significativamente utile economicamente per la comunità e costruito lontano dalla città.

Partecipa anche tu alla costruzione del programma partecipato rispondendo al questionario, che sarà online fino alla prossima settimana.

Di seguito raccogliamo le risposte per noi più significative tra le centinaia dedicate a Acegas, ambiente ed energia:

“La pulizia della città nelle zone non centrali fa ridere, la città e diventata negli anni nettamente più sporca. Che fine hanno fatto gli operatori ecologici?? Investire in una politica seria di riciclo, magari favorendo la raccolta porta a porta. Inoltre alcuni materiali ad alto impatto ambientale non sono correttamente smaltiti,vedi ad esempio olii esausti e medicinali scaduti. Investire in tecnologie innovative ed a basso impatto ambientale, ad esempio sostituendo l’illuminazione stradale con lampade LED. Inoltre i bagni pubblici che fine hanno fatto??Se non si vuole vedere la città ridotta alla latrina bisognerebbe prima pensare a questo… Questi sono soltanto alcuni esempi…”

“La percentuale di differenziata è al 20%, 1 punto in più di Napoli e deve arrivare per legge al 65% entro 26 mesi (quindi dovrà farlo il prox sindaco): Rovis vuole raddoppiare i bottini senza differenziare il rifiuto umido (che è il 30% del totale). Al contrario serve la raccolta porta a porta o bottini stradali con chiave per condomini oltre 10 enti, con differenziazione per l’umido. L’inceneritore lo si usi per importare immondizia da altre parti d’Italia o Slovenia (che usa le discariche). Energia già in surplus: non servono nuove centrali elettriche”.

“La gestione dei servizi e delle risorse demaniali (acqua) deve essere più trasparente. Il Consiglio comunale dovrebbe avere un organo tecnico con compiti di controllo perchè la città abbia un riscontro dell’uso delle risorse pubbliche, dell’efficienza e della qualità dei servizi erogati da Acegas SPA. Il Consiglio comunale, sentite le associazioni ambientaliste accreditate, dovrebbe poter fornire ad Acegas indirizzi inerenti la salvaguardia del territorio ed il risparmio energetico. Deve essere avviato un piano straordinario per conseguire l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata entro il 2012. E’ evidente che l’obiettivo intermedio del 29% nel 2011 previsto dal Comune è troppo basso. Per questo è necessario coinvolgere le associazioni ambientaliste, i circoli di quartiere ed le istituzioni rionali”.

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